Iniziamo
Ci ritroviamo obbligati a stare a Casa: il nostro spazio! Il luogo dove dormiamo, viviamo, piangiamo, pensiamo, creiamo famiglia! Ma anche il luogo che in questa vita frenetica forse consideriamo meno.
Samanta Dalla Libera / 10-04-2022
Ciao!
Mi ritrovo a scrivere il mio primo articolo in un momento molto delicato per il mondo, per la nostra nazione e soprattutto per tutti noi.
L’arrivo del virus e la situazione che ha creato sembra un vero e proprio film, di quelli d’azione e mistero che ti mettono quella leggera tensione mista a paura che ti porti dietro anche nel sogno la notte. Ma bastava riaprire gli occhi la mattina successiva per “dimenticare” il tutto e continuare la vita di ogni giorno.
Ma stavolta non è così!
Stentiamo ancora a crederci ma quel film è la nostra realtà.
Sembrava ieri quando a scuola studiavo la storia con le varie guerre, epidemie, stragi, eventi catastrofici e guardandomi intorno la realtà che vivevo mi sembrava così surreale, così lontana da tutto ciò che, oltre a sentirmi molto fortunata, mi domandavo anche cosa sarebbe successo se tutto quel disastro sarebbe arrivato anche qui.
È proprio vero: fino a quando un fatto non ti tocca da vicino non riesci a crederlo reale . Stessa cosa quando sentivo le notizie al telegiornale di guerre, massacri, lotte, furti, stupri... tutto lì fuori!
Ed ogni giorno così: una notizia devastante ed un'altra anche. O almeno per quello che ci vogliono far credere, perché ricordatevi che le belle notizie ci sono! Ma è più comodo tenere la gente nella paura.
Ed è proprio questa paura che per anni abbiamo provato guardando solo un telegiornale che oggi è emersa. Sì, perché oggi siamo noi vittime di quelle notizie. E la paura alimentata dalle news degli anni precedenti ora risulta incontrollabile. Assalti ai supermercati, incapacità di stare a casa, non rispetto delle regole, panico generale!
E tralasciando la disperata ricerca e voglia di sapere da dove è partito tutto questo, chi ci sta sotto, chi ha tramato questo disastro (che probabilmente non pensava sarebbe sfociato in una pandemia mondiale! Ma non penso ci voglia chissà che nel rendersi conto che una volta lanciato un virus simile non sarebbe degenerato), chi ci vuole fare così tanto del male da fare migliaia di morti, fermare un’intera economia e spargere panico assoluto... poiché non ne verremmo a capo, perché per quanto non vogliamo si tratta di un qualcosa molto più grande di noi, credo che piuttosto di stare a crogiolarsi su questo, a lamentarci, a criticare e ad andare in panico, possiamo chiederci che cosa noi nel nostro piccolo possiamo fare.
Sì, perché questo virus ha anche dei lati positivi, molto positivi! E ce lo spiega benissimo la psicologa Morelli in una sua riflessione che vi posto alla fine dell’articolo.
La riscoperta del valore del Tempo, del valore della Famiglia, della Salute e del nostro essere Umani!
E con tutto questo ci ritroviamo obbligati a stare a Casa: il nostro spazio! Il luogo dove dormiamo, viviamo, piangiamo, pensiamo, creiamo famiglia! Ma anche il luogo che in questa vita frenetica forse consideriamo meno.
• Quante volte ci siamo soffermati a guardare una stanza e a sentirla viva?
• Quali spazi della casa sono veramente come noi vorremmo che fossero?
• Come ci sentiamo a casa nostra ora che dobbiamo passarci giorni interi?
• Cosa ci trasmettono i muri o gli oggetti che le riempiono?
Ed è qui che sento di dare il mio contributo, è qui che parte il desiderio di far diventare una mia passione il mio lavoro e mettermi a disposizione per le persone!
Ovviamente però un po’ alla volta, facendo un passo dopo l’altro, perché veramente con un po’ di ordine ed organizzazione possiamo vivere più sereni e tranquilli, goderci i nostri spazi e assaporare la Vita!
Ci rivediamo nel prossimo post ed intanto vi lascio con una domanda:
La senti davvero Tua la casa in cui vivi o è solo un luogo di passaggio?
Se ti va scrivimi pure quello che pensi!
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Samanta
Professional Organizer
Come promesso ecco la riflessione della psicologa Morelli:
Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.
Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare...
In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l'economia collassa, ma l'inquinamento scende in maniera considerevole. L'aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira...
In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.
In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all'altro, arriva lo stop.
Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro. Sappiamo ancora cosa farcene?
In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.
In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel "non-spazio" del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?
In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.
Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto. Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo.
Francesca Morelli